Pomeriggi d’Arte – 2019-2020 – La sesta VISITA GUIDATA del ciclo di Pomeriggi d’Arte prevede la visita al Palazzo Moroni a Padova.
Quest’anno Fantalica si concentrerà sui luoghi del potere a Padova.
Il complesso Moroni
Palazzo Moroni, corpo principale del Palazzo Comunale della città di Padova, è un imponente complesso edilizio composto da più edifici collegati tra loro, realizzati in epoche differenti. Dal XIII secolo al suo interno trova sede l’amministrazione comunale della città di Padova.
Situato di fronte alla sede universitaria di Palazzo del Bo, il Palazzo Comunale rappresenta il simbolo del potere politico per la città di Padova ed è costituito dall’accorpamento, in epoche successive, di diversi palazzi:
- il cinquecentesco Palazzo Moroni, corpo centrale e più rappresentativo, si affaccia su piazza delle Erbe e si congiunge al Palazzo della Ragione
- i medievali Palazzo del Consiglio e Palazzo degli Anziani, congiunti dalla Torre che domina piazza dei Frutti;
- l’ala Moretti-Scarpari, costruita tra le due Guerre Mondiali, su via VIII Febbraio, diviene sede dei nuovi uffici del Municipio.
Durante la denominazione veneta l’insieme degli edifici era chiamato anche Palazzo Pretorio o come majoris Palacii.
L’ex Palazzo del Podestà, oggi chiamato Palazzo Moroni, venne ristrutturato completamente nel XVI secolo dall’architetto Andrea Moroni, dal quale ora prende il nome, e rappresenta uno degli esempi stilistici più ragguardevoli presenti nel Veneto.
Il maestoso edificio rinascimentale contiene, al primo piano, il cortile pensile.
Il cortile è raggiungibile sia dalla scala coperta, posta quasi all’ingresso di via del Municipio, sia dallo scalone che congiunge il palazzo ai piani alti degli edifici medievali ed al Palazzo della Ragione.
I lati in marmo bianco che si affacciano su via del Municipio e piazza delle Erbe si articolano in due ordini, separati da una balconata: su di essa si aprono una serie di ampie finestre con volta a tutto sesto, divise da colonne.
Entrambi i versanti sono ornati con stemmi e simboli di diversi Podestà: si possono notare quelli dell’artista Domenico Gritti, che occupa una finestra intera, e l’obelisco sulla sommità angolare, che reca le iniziali e l’insegna di Nicola Da Ponte.
La conclusione del fabbricato, secondo i progetti di Andrea Moroni si ebbe nei primi anni del ‘600, lasciando incompleta la ricostruzione dell’ala che doveva proseguire sull’area del trecentesco Fondaco delle Biade – costruito nei 1302 su progetto di fra’ Giovanni degli Eremitani -, conclusa in stile (in seguito alla demolizione del Fondaco) soltanto nel 1901 su volere del sindaco Vittorio Moschini. La definitiva sistemazione è avvenuta nel 1963 con la costruzione del grande scalone tra il Palazzo del Podestà e il Palazzo degli Anziani verso il cortile del Maleficio, a collegamento tra i vari edifici.
In epoca comunale, quando fu introdotta la figura del Podestà, questo ruolo aveva termini e regole ben precise.
A differenza del Consiglio degli Anziani, i cui membri erano eletti e facevano parte della comunità, il Podestà doveva obbligatoriamente essere un forestiero.
In cambio dell’alloggio per sé e la famiglia e di un discreto compenso (circa 80 volte quello di un operaio generico), doveva stipendiare e pagare tutte le spese per un gruppo di 35 collaboratori, tra cui quattro giudici del tribunale criminale e tre militi, tutti pure forestieri, che si trasferivano in città con le famiglie per il periodo del mandato.
Nessuno, nemmeno i familiari, potevano in alcun modo ricevere regali, donazioni, avere credito o acquistare proprietà e terreni da nessun padovano, nemmeno accettare un invito a pranzo.