Le Necropoli preromane del Portello

Le Necropoli preromane del Portello – Visita Guidata

Ciclo d’incontri culturali e visite guidate Pomeriggi d’Arte 2020-2021: un percorso che andrà a toccare monumenti pubblici e privati, più o meno conosciuti della città, che sono o sono stati collegati al concetto di  solidarietà nella città di Padova.
L’Associazione culturale Fantalica propone straordinariamente una rassegna di visite guidate rientranti nel progetto Portello Segreto 2020 “Le diverse facce del Potere”, vista l’impossibilità di realizzarlo come da consuetudine nel periodo estivo.

Le Necropoli preromane del Portello
Il potere delle aristocrazie.

Visita Guidata

SABATO 31 OTTOBRE 2020
ORE 15.00

Per la vigilia di Halloween l’Associazione propone una camminata fra le vie della città alla scoperta della storia nascosta sotto i piedi dei passanti che normalmente percorrono le vie del borgo, portandoci in un viaggio indietro nel tempo in quella che era l’antica “città dei morti”.

Le Necropoli preromane del Portello

Nel primo millennio a.C. Padova andava trasformandosi in una delle capitali dell’antico Veneto, il potere della sua classe dirigente si manifestava essenzialmente nelle necropoli, attraverso la monumentalità delle tombe e lo sfarzo dei corredi funebri. Le zone cimiteriali si trovavano a sud dell’abitato, dall’attuale via Umberto I, all’altezza di Palazzo Emo Capodilista fino in via P. Paoli, e a est, da via S. Eufemia fino all’attuale residenza universitaria N. Copernico, tra via S. Massimo e via G.B. Tiepolo. E’ proprio in questa fascia, lunga più di 500 metri che sono avvenute le scoperte più straordinarie, iniziate nei primi anni del Novecento e proseguite fino ad oggi e che hanno fruttato ben seicento tombe… e forse più. Le sepolture più antiche della necropoli orientale (IX-VIII secolo a.C.) provengono dagli scantinati dell’Istituto Teologico di S. Antonio (1967) e in questo gruppo spicca la tomba “del re” con insegne di potere quali le armi di bronzo e di ferro.

Una manifestazione di potere nella Padova dell’VIII secolo a.C. è esplicitata dalla tomba “dei vasi borchiati”, scoperta fortuitamente nel 1974 a metà di vicolo S. Massimo, e che oggi tutti possiamo ammirare al Museo Archeologico agli Eremitani. Si tratta della sepoltura di una coppia dai tratti regali, sicuramente ai vertici della società locale dell’epoca. Stupefacente l’esuberanza del decoro a borchiette di bronzo con effetto scintillante sui vasi di ceramica che compongono un doppio servizio da cerimonia. Ad altri recipienti di bronzo si aggiungono una coppia di magnifici coltelli e un’ascia sacrificale, a sottolineare l’eccezionalità di un corredo di una novantina di oggetti che resta il più importante di Padova preromana.

Il paesaggio nei dintorni della necropoli orientale nell’antica Padova (IX-I secolo a.C.) si può immaginare come campagna organizzata tra campi coltivati e ampi spazi liberi  adatti all’allevamento dei famosi cavalli veneti. Più distanti i boschi, fonte di legname pregiato: carpini, querce, olmi,  frassini, aceri, mentre più vicini alle sponde del Brenta-Meduacus  crescevano ontani, pioppi, salici e nelle radure meli, peri, biancospini, noccioli, pruni e cornioli. Queste specie vegetali sono state riconosciute dall’analisi dei carboni, provenienti dalle cataste di legna accese per bruciare i morti. I terreni ad essi consacrati erano suddivisi in ‘lotti’ di proprietà familiare: le tombe si raggruppavano all’interno di tumuli collettivi che esibivano il potere economico e politico delle migliori famiglie della città. Un tumulo (del diametro di oltre 20 mt) prospiciente l’attuale via Tiepolo, recava alla base le sepolture di un uomo e due cavalli sacrificati per celebrare la sua fondazione (VI secolo a.C.).