Chiese padovane della via Annia: Ognissanti e Santa Sofia

Portello Segreto 2019 – Simboli e misteri. Il  secondo INCONTRO CULTURALE del progetto Portello Segreto ci guiderà alla scoperta di due antiche chiese: Ognissanti e Santa Sofia

Le due chiese, nate lungo quella che era l’antica Via Annia, sono entrambe di origine Altomedievale.

Chiesa di Ognissanti


La chiesa di Ognissanti nasce alle dipendenze di uno xenodochio ovvero una struttura del tempo adibita ad ospizio gratuito per pellegrini e forestieri. Sia la chiesa che l’ospitium erano officiate dai monaci benedettini i quali possedevano a loro volta un cenobio. Il monastero che accoglieva sia monaci che monache divenne priorato e crebbe sempre più, fino ad inglobare la chiesa stessa.
Intorno al ‘500, a causa delle fatiscenti condizioni delle strutture, il cardinale Corner decise di affidare i lavori di restauro a Vincenzo Scamozzi.

Progetto di Scamozzi per il complesso di Ognissanti

Finiti i lavori la chiesa contava ben cinque altari e della parte antica a croce latina conservò solo la parte terminale verso il presbiterio e il campanile.
Negli anni ha ospitato anche la fraglia dei barcaroli del Portello che possedevano un altare e veneravano la statua quattrocentesca della Vergine, ora alla chiesa dell’Immacolata.
Accanto alla chiesa, posta all’interno di quello che in origine era un portale di accesso al monastero, è visibile il meccanismo della ruota degli esposti, utilizzata sino alle legislazioni fasciste.
Al suo interno si può ammirare il paliotto d’altare decorato da marmi bianchi e neri.

Paliotto dell’altare della Vergine

Affianco al presbiterio sono visibili due altari cinquecenteschi. Su uno di essi
è posto l’affresco miracoloso originariamente sito nella Chiesa della C’a di Dio, poi demolita.

Santa Sofia

La Chiesa di Santa Sofia fondata secondo la tradizione da San Prosdocimo sulle rovine di un antico tempio pagano dedicato ad Apollo, sorge su uno snodo stradale molto importante per la Padova del tempo.

E’ stata interessata da diversi lavori di restauro di cui si possono vedere tracce soprattutto all’interno della cripta incompiuta.
Esteticamente presenta un importante abside risalente al primo cantiere intorno al 1070; esso è caratterizzato da archi ciechi e da una galleria, tutto convergente alla grande nicchia centrale.
L’imponente costruzione, che alcuni datano addirittura al X secolo o addirittura al VII (Pietro Selvatico), sembra evocare la tradizione ottoniana e bizantina, con un ricercato uso cromatico della pietra e del cotto, per la raffinata disposizione delle aperture e degli equilibri.

Abside


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